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Pensare narrando: alle origini della critica letteraria di Calasso autore-editore

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Pensare narrando: alle origini della critica letteraria di Calasso autore-editore

in Saggisti-scrittori nella storia letteraria d’Italia, in «Kepos. Semestrale di letteratura italiana», 1/2022, doi 10.5281/zenodo.3986522

In una lettera del 1972 Cesare Cases esprime tutto il suo apprezzamento a Luciano Foà per l’interessante proposta editoriale della sua casa editrice, nata appena una decina di anni prima. Per quanto ammiri il coraggio di Adelphi, però, il germanista non può fare a meno di sottolineare la sua distanza ideologica dalla casa milanese. Il bersaglio della critica del consulente einaudiano è soprattutto Roberto Calasso, a cui rimprovera una forma di irrazionalismo dogmatica e piena di livori che si distanzia, ai suoi occhi, persino dalla posizione del primo ispiratore adelphiano, Roberto Bazlen. Motivo scatenante del giudizio negativo di Cases è un saggio scritto da Calasso in postfazione al volume di Karl Kraus, Detti e contraddetti. Cases condanna il tentativo dell’allora direttore editoriale di Adelphi di ricondurre l’autore austriaco a una dimensione atemporale e quasi divina, privando la sua opera di una qualsiasi contestualizzazione storico-sociale: atteggiamento che, secondo il professore di letteratura tedesca, si estende a tutti i testi analizzati e presentati al pubblico dal consulente adelphiano. Il caso Kraus mostra come nella traiettoria calassiana la triplice componente di autore, editore e critico partecipi in misura uguale e in modo costante a un unico progetto letterario e culturale. Calasso costruisce, attraverso la sua attività tripartita, una strategia che, a seconda delle circostanze e delle vesti ‘professionali’ che si trova a ricoprire, porta avanti coerentemente per circa sessant’anni. Il presente saggio si propone di indagare quali sono i processi che portano alla nascita del progetto di critica letteraria dell’editore-autore di Adelphi. A questo scopo, ci affideremo alla dimensione relazionale suggerita dalla teoria dei campi formulata da Bourdieu. L’analisi si rivolgerà agli interventi apparsi negli spazi paratestuali dei volumi curati dall’intellettuale fiorentino e agli scritti con cui ha partecipato, all’inizio della sua attività critica, al dibattito culturale. Ci concentreremo, infine, su alcuni aspetti della sua prima organica opera saggistica, La Rovina di Kash, libro pioniere della più compiuta produzione critico-autoriale di Calasso.

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